Roma, municipi e referendum incroci pericolosi di date

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Il 3 giugno si vota per Atac, ipotesi 27 maggio per Garbatella e Montesacro

Non saranno decisive come le elezioni americane di mid-term, ma a due anni esatti dal trionfo di Virginia Raggi, il voto in III e in VIII Municipio potrà dire qualcosa sullo stato di salute dei 5 Stelle a Roma. Dopo la frana del Movimento nei due popolosi territori di Roma (rispettivamente 200.000 e 130.000 abitanti) la prefetta Paola Basilone ha comunicato ieri la “ finestra” per tornare alle urne. Ora bisognerà fissare la data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi.
La consultazione potrebbe andare a incrociarsi con il referendum cittadino sulla privatizzazione di Atac promosso dai Radicali e fissato per il 3 giugno, proprio una delle date segnate in rosso per le elezioni nei due Municipi. Un’ipotesi, però, contro cui si battono Riccado Magi e Alessandro Capriccioli, promotori della consultazione sul trasporto pubblico di Roma: “Il testo unico degli enti locali stabilisce che i referendum comunali non possono avere luogo in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali e circoscrizionali. Indire le elezioni municipali per il 3 giugno condurrebbe certamente a un ulteriore rinvio della consultazione referendaria nella finestra compresa tra ottobre e novembre”. Per evitare di slittare all’autunno, allora, le elezioni in III e VIII potrebbero tenersi il 27 maggio, la settimana prima, con eventuale ballottaggio il 10 di giugno.
Nel frattempo i partiti iniziano a prepararsi a una nuova campagna elettorale seppur con profili locali. In VIII, senza minisindaco da un anno, dalla caduta del ( ex) 5 Stelle Paolo Pace, da tempo è in campo la candidatura di Amedeo Ciaccheri, già consigliere municipale. « Qui con una coalizione larga, civica e progressista, possiamo vincere battendo destre e 5 Stelle», afferma, rilanciando le primarie insieme al Pd che mette in campo il vicesegretario regionale Enzo Foschi. Anche qui ci sono due possibili date, il 15 o il 22 aprile. Lo schema dovrebbe essere quello che ha consentito la rielezione a Nicola Zingaretti alla Regione. E infatti interviene il suo vice, Massimiliano Smeriglio per dire che «il voto nei municipi è una grande occasione per mandare un segnale importante alla città. Programma condiviso, coalizione larga, primarie per identificare il candidato presidente. Il modello Lazio può crescere». In alto mare è il Movimento 5 Stelle, la cui spaccatura (soprattutto sulle questioni urbanistiche) ha provocato le dimissioni di Pace che lasciò la presidenza sparando a zero contro i «talebani » del M5S. La destra, invece, potrebbe puntare su Simone Foglio, già candidato non eletto alla Camera.
In III, invece, i 5 Stelle dovrebbero ripresentare la minisindaca sfiduciata Roberta Capoccioni, la destra potrebbe puntare su Giordana Petrella di Fdi (che rivendica l’indicazione del nome del candidato). Il centrosinistra, invece, potrebbe mettere in campo la segretaria municipale dem, Paola Ilari o l’ex consigliere Riccardo Corbucci. Per l’ex minisindaco Paolo Marchionne serve uno “schema di alleanze largo che passa per le primarie di coalizione”.

Tratto da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2018/03/21/news/roma_municipi_e_referendum_incroci_pericolosi_di_date-191824147/