settembre
Roma, condoni nella paralisi: “Ora il modello Napoli con gli autocertificati”
Posted by Ileana Argentin at 12:49 PM. Placed in Rassegna stampa category
Nell’ufficio a Decima: ritardi, assenze e minacce. Duecentomila pratiche inevase e 20 milioni congelati
Ad ascoltare i racconti dei dipendenti capitolini si rischia di perdere la bussola. Di finire per credere che i veri abusi da sanare siano quelli della sede dell’ufficio Condono del Campidoglio. Perché nell’ex scuola di Decima che oggi conserva centinaia di migliaia di faldoni irrisolti poco o nulla è a norma: ratti e serpenti sono ospiti fissi, piove in un archivio che peraltro non rispetta le prescrizioni antincendio, da ieri un muro sembra poter franare da un momento all’altro addosso ai lavoratori del Comune. In questo modo lavorare diventa un incubo. O, forse peggio, si ha l’incubo di dover andare a lavorare.
Anche perché il clima non è dei migliori. Nella capitale degli abusi, i due enti ( Palazzo Senatorio e la sua partecipata Risorse per Roma) comunicano a fatica: stando agli ultimi report il coordinamento è “difettoso”, i processi decisionali “lenti con riverberi sula soluzione di problematiche urgenti ” e i rapporti tra i due gruppi di lavoratori sono “competitivi “. In un ufficio che deve ancora smaltire 198.428 vecchi fascicoli, poi, pesa la mancanza di personale. Quello capitolino è ridotto ai minimi termini: su 29 impiegati solo 15 rispondono presenti ogni mattina. Gli altri 14 sono in aspettativa o esentati per questioni di salute. Così la rincorsa è tutta in salita. “L’archivio pratiche sta scoppiando”, ha spiegato ieri in commissione Trasparenza la dirigente Stefania Cicatiello.
La soluzione individuata dai tecnici capitolini e proposta all’assessorato all’Urbanistica ricalca quella adottata dal Comune di Napoli: semplificare l’iter attraverso moduli per l’autocertificazione con l’obiettivo di smaltire un passivo che risale anche a più di 30 anni fa in quattro anni, 50.000 abusi ogni 12 mesi gestiti prima da Risorse per Roma e poi validati dal personale di Roma Capitale. “Stiamo sentendo gli ordini professionali – spiega l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori – poi, entro dicembre, porteremo la delibera in giunta”.
Sarebbe una rivoluzione. Già promessa dai predecessori, certo, ma proprio per questo quantomai attesa dai dipendenti. E dalle casse comunali: a fronte di 10 milioni di euro incassati dall’inizio del 2017, ce ne sono altri 20 congelati. “Il cittadino riceve la concessione – hanno spiegato ieri al presidente della commissione, il consigliere piddino Marco Palumbo, i tecnici del Condono – e poi non viene a ritirarla. Quindi non paga”. Un problema che con l’introduzione della nuova procedura verrebbe meno.
Gli altri, invece, paiono destinati a resistere. La relazione anticorruzione del generale dei carabinieri in congedo Cosimo Damiano Apostolo parla chiaro. Arrivato al Condono per ripulire un ufficio in passato più volte rivoluzionato dalle indagini e dagli arresti ordinati dalla procura, costretto a convivere ormai da un anno con una minaccia di morte (anonima) sul capo, l’ex militare ha bloccato la lobby dei permessi facili e rivoluzionato l’assetto dell’ufficio.
Ma non basta: “I rischi di reato connessi alle attività effettuate dagli operatori del Condono edilizio permangono a livelli alti”, si legge nel report inviato anche all’Anac. Il dossier mette in fila i possibili reati connessi a un lavoro che spesso mette in contatto i dipendenti con il sottobosco dell’imprenditoria e della criminalità: corruzione, concussione, accesso abusivo al sistema informatico, danneggiamento di informazioni. Per questo il generale non si fida. Secondo Apostolo servono “indagini effettuate da agenzie specializzate sui comportamenti degli addetti fuori dal contesto lavorativo, che pure potrebbero verificare la sussistenza di ipotesi di reato”. A Decima, a quanto pare, è davvero facile perdere la bussola.