Roma, alle medie il tempoempo degli spinelli: prezzi bassi e nessuna prevenzioneRoma, alle medie il tempo degli spinelli: prezzi bassi e nessuna prevenzione

spinelliAllarme nelle scuole, i dati della polizia. “Nel mio negozio vendo droghe legali alle madri disperate, ma i ragazzi non le vogliono”.
“Piazzetta canne”. Lo chiamano così gli studenti di un liceo di Monteverde il luogo- ovvero una parte coperta del cortile della scuola – dove, a ricreazione, fumano hashish e marijuana. Lo fanno ormai come prassi e se un adulto, professore o genitore, per sbaglio, per entrare nell’istituto si avvicina al nutrito gruppo che fuma, partono i fischi. “Qui possono entrare solo i ragazzi”, ammoniscono respingendo l’estraneo over 40. E la ragione per cui in quello spazio autogestito, nella pausa lezioni, non si possa entrare è facilmente intuibile dall’odore e dal fumo che sovrasta le teste degli studenti. Piazzetta canne, appunto.

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Non è un caso isolato quello di Monteverde. Da Prati a Tor Bella Monaca, dal Prenestino ai Parioli, quella della pausa canna nel sancta sanctorum del sapere, sembra essere ormai la consuetudine di consumo delle droghe leggere. A ricreazione nel cortile di una scuola, nel pieno centro storico della città, i ragazzi non si nascondono neanche: rollano canne proprio sotto le finestre dell’istituto. E alla borgata Finocchio ci sono mamme che davanti a una scuola media, preoccupate dal continuo viavai di pusher, hanno chiesto più volte l’intervento delle forze dell’ordine.

“Abbiamo scritto al preside – denuncia Elena Buzzati, madre di una ragazza di seconda media – affinché chiamasse le forze dell’ordine con i cani antidroga. Non se ne può più, non vogliamo che i nostri figli abbiamo la droga a portata di mano”. In un liceo poco lontano, la direttrice scolastica ha anche fatto entrare la guardia di finanza con i cani antidroga al seguito nelle classi proprio perché aveva avuto notizie di studenti spacciatori tra le mura della scuola. Una ragazza di 17 anni, trovata in possesso di 40 grammi di hashish nello zaino, oltre ad aver avuto conseguenze penali è stata sospesa per l’intero anno. “E’ stata una scelta difficilissima – ha spiegato la preside – Temevo che quella ragazza, che viene da una situazione familiare disastrata, potesse perdersi per strada con questa decisione. Ma il rispetto delle regole in una scuola deve venire prima di tutto. Spero abbia capito la mia decisione”.

La cannabis è la sostanza psicoattiva più diffusa tra i giovanissimi: oltre un quarto degli studenti delle scuole superiori ne ha fatto e ne fa uso. E la più alta concentrazione di consumo è nel Lazio. Lo dicono i dati pubblicati nella relazione annuale al Parlamento 2017 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, curata dal Dipartimento per le politiche antidroga. I numeri sono fermi a due anni fa ma gli esperti dicono che sono rimasti costanti per tutto il 2018. I liceali che hanno riferito di aver usato cannabis sono poco più del 30% ragazzi e quasi il 21% le ragazze. “In merito alla possibilità di reperimento di questa sostanze, oltre il 42% degli studenti riferisce di potersela procurare facilmente”.

L’apertura di negozi di cannabis legalizzata hanno incentivato questo consumo? Sicuramente no, secondo l’esperienza di Simona, titolare del “Grass” di via Camozzi, in Prati, uno shop di erba legale che sta proprio di fronte a un liceo e una media. “Magari venissero qui i ragazzi a comprarla – dice Loro preferiscono quella illegale.
Qualche volta sono entrati studenti per comprare il tritaerba, ma quella che vendiamo qui non la prendono. Piuttosto i miei clienti, tolti gli abituali che ne fanno un uso terapeutico per ansia e altre patologie, sono le mamme di questi adolescenti. Ne vengono tante di signore che dicono di comprarla per i figli perché hanno scoperto che fumano e preferiscono procurargliela loro, senza sostanze psicotrope e senza sicuramente gli effetti che l’erba illegale provoca a livello di sballo”. I genitori dunque sembrano essere quasi rassegnati all’uso di queste droghe leggere, tanto che loro stessi preferiscono comprarla nei negozi piuttosto che farla cercare, chissà dove, ai figli.

Nessuno di loro percepisce il farsi le canne come qualcosa di assimilabile all’essere un drogato.
C’è molta minimizzazione: le droghe, secondo loro, sono ben altre, tipo cocaina ed eroina. Farsi una canna è grave quanto fumare una sigaretta. E questa percezione non solo ha portato a un abbassamento dell’età del consumatore (alcuni adolescenti ne fanno uso già dalle medie) ma addirittura ne ha potenziato l’uso vicino, quando non dentro, alle scuole e in orario pre o post scolastico.

Emblematico il muretto di viaTamburini, alla Garbatella, accanto a una scuola. Sono tantissimi i filtri di canne lì a terra, nel punto in cui i giovani si radunano prima del suono della campanella. Di fronte a questo abbassamento dell’età nell’uso di hashish e marijuana c’è una prevenzione adeguata? “La prevenzione sulla droga è una barzelletta – dichiara Massimo Barra presidente della Fondazione Villa Maraini – Andare nelle scuole a parlarne con chi non ne fa uso rischia di incentivarlo alla conoscenza e non disincentiva chi già ne fa uso proprio perché ormai con la mutazione sociale di innocentizzazione, la canna non è percepita come droga”.

Tratto da: https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/01/23/news/roma_alle_medie_il_tempo_degli_spinelli_prezzi_bassi_e_nessuna_prevenzione-217249013/