novembre
Pensioni, 30 anni di contributi per i lavori gravosi esentati da aumento età
Posted by Ileana Argentin at 2:24 PM. Placed in Rassegna stampa category
Lieve apertura del governo sulla possibilità di bloccare l’incremento dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019 per chi svolge lavori gravosi. Come anticipato dal Sole 24 Ore il 12 novembre, per dare al bacino degli esentati dall’aumento automatico della soglia di pensionamento una fisionomia a maglie più larghe gli esperti di Palazzo Chigi e dei ministeri dell’Economia e del Lavoro hanno affinato alcuni ritocchi alla proposta presentata all’inizio della scorsa settimana, agendo su due fronti: la continuità del requisito soggettivo di lavoratore gravoso (aver svolto almeno sette anni di lavori di questo tipo negli ultimi dieci prima dell’accesso alla pensione) e il numero di anni contributivi (30 invece degli ipotizzati 36). Del pacchetto di ritocchi fa parte anche un nuovo meccanismo per il calcolo dell’adeguamento all’andamento della speranza di vita (con calcolo dal 2021 basato sulla media del biennio precedente) e la detassazione della previdenza integrativa per gli statali. È questa la proposta che il governo presenterà oggi pomeriggio ai segretari di Cgil, Cisl e Uil nell’incontro decisivo sui correttivi previdenziali da inserire nel disegno di legge di Bilancio all’esame del Senato.
Non esclusi ulteriori ritocchi
Non sono escluse però ulteriori novità nell’incontro politico delle 16 a palazzo Chigi. I sindacati sono in pressing. Giudicano positivi ma non sufficienti i passi avanti dell’esecutivo. Puntano soprattutto a far sì che alle 15 categorie di lavori gravosi per le quali è stato ipotizzato dal governo lo stop all’aumento a 67 anni dal 2019 dell’età pensionabile, sia consentito anche l’accesso all’anticipo pensionistico sociale (al momento sono 11 le categorie di lavori gravosi previsti per l’Ape social). E chiedono un prolungamento dell’Ape social a tutto il 2019. Una richiesta contenuta anche in un emendamento del Pd al ddl bilancio all’esame della commissione bilancio del Senato. I sindacati chiedono infine maggiori tutele previdenziali per giovani e donne. Su almeno uno dei primi due punti di cui sopra ci potrebbe un via libera del governo.
Per stop 67 anni lavori gravosi 30 anni contributi
Nell’incontro tecnico di questa mattina tra Governo e sindacati – spiegano fonti sindacali – l’Esecutivo avrebbe proposto infatti di fissare a 30 anni il requisito contributivo per mantenere l’età di vecchiaia a 66 anni e sette mesi per le 15 attività gravose individuate (evitando quindi il passaggio a 67 anni previsto a partire dal 2019 in base al ritocco verso l’alto dell’aspettativa di vita certificata dall’Istat). Finora si era parlato invece dei requisiti per l’Ape (ossia 36 anni). Il lavoro gravoso per evitare l’aumento dell’età pensionabile deve essere stato svolto almeno in sette anni negli ultimi dieci prima dell’accesso alla pensione e non più per almeno sei anni sugli ultimi sette (sulla falsariga di quanto previsto per i lavori usuranti) come invece era stato ipotizzato nei precedenti incontri tecnici.
L’ampliamento della platea
L’allentamento di questi due paletti dovrebbe provocare un leggero ampliamento della platea degli “esentati” che all’inizio della scorsa settimana era stata ufficiosamente stimata in 15-17mila lavoratori. Ma la Cgil considera «infondate» queste previsioni sottolineando che le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti liquidate nel 2016 nel complesso sono meno di 60mila (compresi gli assegni di vecchiaia ai dipendenti pubblici) e quindi è assai improbabile che le categorie considerate coprano circa un terzo di questi assegni. Il Governo – spiegano i sindacati – non ha fornito cifre sui costi né ha risposto ai rilievi sulle cifre dei possibili “salvaguardati” (15.000-17.000 secondo l’Esecutivo) dall’incremento a 67 anni che secondo i sindacati sarebbero assolutamente sovrastimate dati i paletti messi.
Nuovo meccanismo calcolo dell’età pensionamento
Le stesse fonti hanno affermato che il Governo ha confermato l’intenzione di mettere in campo un nuovo meccanismo per il calcolo dell’adeguamento dell’età
pensionabile all’andamento della speranza di vita. Il calcolo dallo scatto del 2021 sarà biennale come prevede la legge ma basato sulla media del biennio precedente (2018-2019) contro la media ancora precedente invece di una differenza netta tra gli anni come è stato finora. Si terrà conto inoltre delle eventuali riduzioni dell’aspettativa di vita anche se si scaleranno a questo punto nel biennio successivo.
Tratto da: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-11-13/lavori-gravosi-30-anni-contributi-stop-aumento-eta-pensione–123101.shtml?uuid=AEqjoKAD&refresh_ce=1