Tagli alle cure per i malati di Parkinson? Il ministero: «No, non togliamo nulla»

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin all'evento organizzato dal Ministero della Salute sulla nutrizione a conclusione dell'attività svolta ad Expo 2015. Milano, 27 ottobre 2015.  ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

 

Genova – «È una semplice manutenzione delle tariffe dei drg: dopo 10 anni la medicina è cambiata e le prestazioni devono essere adeguate»: Andrea Urbani è il direttore generale del settore programmazione del ministero della Salute. Per farla breve è il tecnico che oggi siederà al tavolo per cominciare la discussione sul documento sui principi di appropriatezza ed efficienza dei ricoveri per riabilitazione messo a punto nel corso di un anno insieme all’Istituto superiore di sanità (Iss), ai rappresentanti delle società scientifiche coinvolte e con il parere della commissione sanità delle Regioni.

«Togliere la riabilitazione ospedaliera  ai pazienti con malattie degenerative neurologiche? A dire la verità il senso della nostra proposta è proprio il contrario, si vuole premiare la complessità della riabilitazione neurologica» spiega il dirigente del ministero della Sanità. Pronto, sostiene, a discutere le parti del piano che non convincono. «Abbiamo utilizzato un metodo trasparente e corretto. Mi sembra scorretto, invece, minacciare mail bombing e proteste prima ancora di essersi seduti al tavolo».

I due codici 
Il punto di partenza, molto tecnico ma dal quale è impossibile prescindere, èl’aggiornamento delle tariffe dei famosi Drg, ovvero il sistema che permette di classificare le prestazioni emesse dal sistema sanitario pubblico in gruppi omogenei e per assorbimento di risorse impegnate. Obiettivo della riunione di oggi, secondo Urbani, è aggiornare le tariffe del Drg codice 56 e del Drg codice 75, il primo riguarda la riabilitazione generalista e costa al sistema sanitario 270 euro per prestazione; l’altro riguarda la riabilitazione di alta complessità e per questa la Sanità spende 470 euro a prestazione. «In ambito neurologico ci sono molte prestazioni che stanno nel mezzo e che oggi, ad esempio, hanno una remunerazione più bassa perché rientrano nel codice 56. Noi vogliamo semplicemente fare ordine, ci siamo confrontati con le società scientifiche, comprese quelle che si occupano di Parkinson e Sclerosi Multipla, e abbiamo formulato una proposta. Su questa base andiamo a discutere» sottolinea Urbani.

Sotto la lente d’ingradimento del ministero della Salute dunque è finito il codice 56, quello che contraddistingue la riabilitazione generica, «compresa quella – prosegue Urbani – conseguente alla frattura di un arto, ad esempio. La domanda che ci siamo posti è questa: è possibile che la riabilitazione post ictus debba avere la stessa tariffa di quella per una gamba rotta? A noi è sembrato di no».

L’appropriatezza
Nei criteri che la commissione tecnica multidisciplinare ha seguito, il principale è quello dell’appropriatezza ed efficienza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera «perché – spiega Urbani – temo che quando guardiamo alla riabilitazione di bassa complessità qualcuno può essersene approfittato facendosi pagare molto prestazioni che oggi hanno costi diversi e più bassi».

Il sistema dei Drg è entrato in funzione in Italia nel 1994 e nel 2012 ha avuto una prima (parziale) revisione. Ma ora che le risorse vanno pesate e soppesate, che ogni euro che esce dalle casse dello Stato non deve essere sprecato, il ministero della Salute si è accorto che qualcosa andava fatto. «Negli ultimi dieci anni la medicina è molto cambiata. Molte prestazioni sono procedure che non esistono più oppure vengono fatte con tecnologie innovative che alzano o abbassano i costi. Di questo – osserva Urbani – va tenuto conto. Nell’era della fotografia digitale non posso continuare a comprare i rullini fotografici. Così si avvantaggia solo chi li vende, non i malati italiani».

Tratto da: http://www.ilsecoloxix.it/p/magazine/2017/11/13/ASWW0ikK-ministero_togliamo_parkinson.shtml