settembre
Quote migranti, respinto ricorso di Ungheria, Slovacchia, Céchia e Polonia
Posted by Ileana Argentin at 12:23 PM. Placed in Rassegna stampa category
La Corte di giustizia europea: “Ripartire il numero dei profughi tra i paesi della Ue è irrinunciabile”. La Commissione conferma il no alla richiesta ungherese che l’Unione europea paghi la costruzione della barriera difensiva alla frontiera
PESANTE e prevista sconfitta dei “Quattro paesi di Viségrad” davanti alla giustizia dell´Unione europea. La Corte di giustizia europea ha rigettato stamane il ricorso che era stato presentato nel 2015 da Ungheria e Slovacchia contro le decisioni di Bruxelles sulla ripartizione di quote di migranti tra gli Stati membri della Ue stessa. La corte, motivando il suo verdetto, ha sottolineato che la decisione di ripartire i migranti in quote da dividersi tra i paesi europei, è importante e irrinunciabile perché “contribuisce in maniera efficiente e rispettando proporzioni di quote ad aiutare i paesi, specie l´Italia e la Grecia, piú affollati dalle ondate migratorie”.
Il ricorso era stato presentato dall´Ungheria guidata dal popolare premier nazionalconservatore, euroscettico e amico di Putin, Viktor Orbán, e dal capo del governo socialista-populista slovacco Robert Fico. Ma il verdetto della Corte europea sancisce una sconfitta comune per tutti e 4 i paesi del cosiddetto Gruppo di Viségrad, cioè oltre ai due citati anche Cèchia e Polonia. Unite dal rigetto delle quote di migranti, sebbene siano tutti paesi riceventi della Ue, e cioè Stati che ottengono ogni anno da Bruxelles ingenti fondi di coesione. Ovvero aiuti che in alcuni casi come quello polacco equivalgono secondo fonti di economisti indipoendenti internazionali a circa un terzo della crescita annua media del loro prodotto interno lordo.
Seconda sconfitta in poche ore per il gruppo di Viségrad: il presidente della Commissione europea, il discepolo lussemburghese di Helmut Kohl Jean-Claude Juncker, ha confermato il no di Bruxelles alla richiesta ungherese che la Ue paghi centinaia di milioni di euro per la costruzione della barriera difensiva antimigranti fatta di filo spinato lame di rasoio e sensori elettronici, la quale blinda il confine ungherese dalle maree migratorie.
Recentemente la Ue e singoli suoi Stati membri come la Germania hanno anche condannato le condizioni secondo loro “inumane” in cui i clandestini vengono detenuti e ammassati nei centri di raccolta ungheresi. Ma un compromesso sembra difficile: Varsavia Praga Bratislava e Budapest invocano i loro diritti di nazioni sovrane. E rincarando la dose della polemica il governo polacco è tornato a chiedere alla Germania riparazioni di guerra per un miliardo di euro. Ciò nonostante il fatto che decenni addietro la Germania di Bonn (durante la guerra fredda) abbia già pagato ampliamente, e nonostante i trattati polacco-tedeschi postbellici, vecchi di decenni, secondo cui in cambio dei ricchi territori industrializzati occidentali passati dalla sovranità tedesca alla sovrtanità polacca dopo il 1945 siano da considerarsi parte del risarcimento.
Tratto da: http://www.repubblica.it/esteri/2017/09/06/news/quote_migranti_respinto_ricorso_di_ungheria_slovacchia_ce_chia_e_polonia-174750564/