Cristian, l’agente ferito a Sesto «Non sono un eroe, è il mio lavoro»

L’agente scelto Movio colpito alla stazione ferroviaria dal jihadista in fuga Anis Amri e ricercato per avere ucciso 12 persone a Berlino. «Siamo gente normale, non abituata a tante congratulazioni». «Da ieri sto meglio, riesco a muovermi senza troppo dolore»

cristian-movio

È tornato a casa nella notte di Natale, come un Bambinello che nasce per una nuova vita. Per due giorni Cristian Movio, l’agente scelto che con il collega Luca Scatà ha fermato il terrorista di Berlino, non è uscito dalla villetta circondata dai campi in provincia di Udine.
Non soltanto per curarsi la spalla ferita. «Siamo una famiglia normale, ci teniamo alla riservatezza. Non siamo abituati a tutta questa risonanza» si scusa quasi lui, pantaloni della tuta e felpa, davanti al portone di casa.

Da quella notte del 23 dicembre alla stazione di Sesto San Giovanni la vita dell’agente scelto Movio è cambiata. Di quello scontro a fuoco per ora non può dire niente. Ci tiene solo a sottolineare che non crede di «aver fatto qualcosa di eroico. Soltanto il mio lavoro».
In questi giorni di festa, la casa dei genitori, mamma Daniela e papà Giovanni, che fa il falegname, è stata una processione di amici e parenti. Il cellulare di Cristian continua a mandare avvisi di messaggi in arrivo, lui è costretto a svuotare la memoria per leggerli tutti. «Si congratulano con me, mi fanno i complimenti» dice sottovoce, quasi come se fosse stupito di tanto clamore.

Durante le feste di Natale ha provato a pensare il meno possibile a quella notte che poteva finire in un altro modo se lui e il suo collega non avessero reagito con prontezza. Quel sospetto fermato non era un balordo qualsiasi, ma Anis Amri, il terrorista ricercato in tutta Europa, che ha fatto fuoco contro di loro. Un proiettile ha colpito la spalla destra di Cristian ed è stato estratto in ospedale. «Da ieri sto meglio, riesco a muovermi senza troppo dolore».

Sono venuti a trovarlo gli amici del suo gruppo storico, quelli di Moimacco, il paese dove è cresciuto e ha abitato fino a dieci anni fa. Diploma al Nautico a Trieste, militare in Marina, otto anni fa l’arruolamento in Polizia. «A Sesto San Giovanni ho tanti amici, con molti colleghi ci frequentiamo anche fuori dal lavoro. Hanno promesso che mi verranno a trovare qui in Friuli».

Mamma Daniela lo guarda con affetto e resta in silenzio, papà Giovanni è cordiale ma non nasconde di essere preoccupato. Tanta notorietà lo inorgoglisce, ma non lo fa dormire tranquillo. Ogni ora un’auto della polizia passa davanti a casa Movio, controllo doveroso dopo la diffusione dei nomi dei due uomini della polizia.

Oggi, l’agente scelto Movio racconterà nuovamente agli inquirenti come un controllo di routine ha impedito, grazie ad addestramento, sangue freddo e un po’ di fortuna, che continuasse la fuga del killer dei mercatini di Natale.
In questi due giorni invece Cristian, che sembra anche più giovane dei suoi 35 anni, ha cercato soprattutto di essere il figlio che torna a casa per le feste. «Anche se io in teoria dovevo lavorare a Natale. A me spettavano le ferie a Capodanno».