Giornata infanzia e adolescenza, quando i genitori hanno un disturbo mentale

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A Roma i giovani caregiver incontrano le scuole, per raccontare le proprie esperienze e offrire sostegno a chi ne ha bisogno. “Isolamento, sofferenza e senso di colpa colpiscono il figlio che scopre un problema di salute mentale in uno o entrambi i genitori. E non esiste alcun sostegno”.

ROMA – Nella giornata dedicata ai diritti di bambini e adolescenti in tutto il mondo, prendono la parola anche quelli che sono dovuti crescere in fretta, perché i genitori non riuscivano a prendersi cura di loro. Sono i figli dei genitori con disturbo mentale, spesso colpiti da questo “uragano” – così lo chiama qualcuno – proprio nel periodo in cui maggiormente avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse a crescere. Da qualche anno esiste un’associazione che li riunisce, li rappresenta e dà loro voce e visibilità: si chiama Comip (Children of mentally ill parents) ed è stata fondata da Stefania Buoni nel 2017. Oggi hanno preso un treno, i rappresentanti del Comip, che dalle diverse regioni in cui vivono li ha portati fino a Roma: al Nuovo Cinema L’Aquila hanno incontrato sei scuole secondarie superiori – cinque di Roma, una di Ciampino – per vedere e commentare insieme agli studenti un film – “Un giorno all’improvviso – ma sopratutto per condividere le loro storie, i loro bisogni, le loro risorse.
L’incontro con gli studenti
“Il 20 novembre non solo è la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che quest’anno coincide con il trentennale della Convenzione Onu, ma è anche il secondo compleanno della nostra associazione, finora l’unica creata da figli di genitori con disturbo psichico per altri figli – spiega Stefania Buoni – Abbiamo deciso di festeggiarlo con le scuole, per raccontare agli studenti quella che è per noi l’esperienza di giovani caregiver. Vogliamo costruire un mondo in cui nessun figlio di genitore con disturbo mentale debba sentirsi solo: e proprio la scuola può e deve rappresentare una rete di supporto. Ai professori abbiamo distribuito la nostra mini guida ‘Quando mamma o papà hanno qualcosa che non va’, che ho scritto per la ragazza che ero io a 15 anni: per farle capire che le emozioni che prova hanno un nome e farle vedere che da quella situazione difficile è nata una forza che chiamo resilienza. Lavoreremo duramente per portare questa iniziativa in tante altre scuole in tutta Italia”.
L’uragano, a 15 anni
Stefania aveva 15 anni quando “un uragano si è abbattuto su tutti noi: un uragano chiamato problema di salute mentale – racconta – Quando uno o entrambi i genitori iniziano ad avere un problema di salute mentale, è difficilissimo per loro ma anche per i figli, specialmente se minorenni. Si iniziano a provare sentimenti contrastanti e difficili da esprimere, ci si sente soli a gestirli, ci si sente anche in colpa per il malessere dei genitori. Con la mia associazione voglio trasmettere un messaggio di speranza e resilienza, perché non è possibile avere ancora paura di parlare di salute mentale. Questo stigma è molto radicato e fa soffrire inutilmente tante persone. Bucheremo questo silenzio assordante e faremo vibrare ogni parete, fino a buttare giù un muro che non ha alcuna ragione di esistere. Lo faremo con tutta la resilienza di cui siamo capaci”.
Come abbattere il muro
Per abbattere questo muro, Comip ha messo finora in campo diversi strumenti: oltre alla mini guida e agli incontri con le scuole, c’è la raccolta delle storie e il gruppo di auto mutuo aiuto on line nato per offrire uno spazio di confronto e di supporto tra pari dedicato ai figli di genitori con malattia mentale, in particolar modo patologie gravi come il disturbo bipolare, la schizofrenia e la depressione maggiore. Ad oggi conta oltre 300 iscritti da tutta Italia, dai 14 ai 55 anni circa. E’ un gruppo segreto su Facebook, gestito su base volontaria da Stefania insieme ad altre quattro amministratrici.
E. ha 27 anni e d è una delle ultime ad avere scoperto questo spazio virtuale di confronto. “Dopo un percorso che dura ormai dai primi anni dell’adolescenza – scrive – ho consapevolizzato di avere entrambi i miei genitori affetti da disturbo mentale. E’ difficile la parte dell’accettazione, ci sto ancora lavorando, ogni giorno della mia vita. Mia madre è affetta da schizofrenia, accentuata da un neurinoma scoperto dopo 10 anni di cure farmacologiche psichiatriche molto deludenti e inadatte. Mio padre soffre di disturbo bipolare, accentuato dall’abuso di alcol. Mi sono sentita impotente e sola durante la mia adolescenza, quando nessuno mi ha spiegato perché la mia famiglia era ‘difficile’ e provavo un senso di non appartenenza. E anche quando, da grande, ho portato i miei genitori a degli incontri di terapia familiare dove pure lo psicoterapeuta si chiedeva come potessi essere cresciuta in maniera equilibrata, come facessi ad essere una persona così consapevole, nel caos in cui ero vissuta durante le tappe più importanti della mia esistenza. Una risposta la sto ancora cercando, tra la rabbia che mi accompagna spesso e il senso di frustrazione quando cerchi di dirigere la tua vita verso la realizzazione personale, nonostante tutto. In parte ci sto riuscendo, con tanti sensi di colpa. E mi rendo conto che sia io che mio fratello (22 anni) meritiamo di poterci costruire una vita sana, aldilà dei problemi quotidiani che ci troviamo ad affrontare. Ma la verità è che continuiamo spesso a sentirci frustrati, soli, e spaventati di non poter riuscire a godere delle piccole giornate di luce che ci vengono concesse. Stasera era sconforto, dopo l’ennesima lotta per la somministrazione dei farmaci. Poi ho trovato la vostra pagina, e si è accesa una piccola luce – scrive, rivolgendosi a Comip – Quante volte avrei sperato in un sostegno che non è mai esistito, nemmeno dalle figure mediche che dovrebbero essere di riferimento”.
Per chiedere una copia della guida e sostenere l’associazione, si può partecipare al crowdfunding lanciato dal Comip (cl)

Tratto da: https://www.superabile.it/cs/superabile/sportelli-e-associazioni/20191120-giovani-caregiver.html