L’allarme rifiuti a Roma, cercasi Tmb fuori regione. Per strada ancora mille tonnellate

L’allarme rifiuti a Roma, cercasi Tmb fuori regione. Per strada ancora mille tonnellate.

hhhhLa ministra Grillo: “No rischi sanitari”. Ma la Regione ” Allertate le Asl”. E Ama accusa: ” Spazzatura lasciata fuori dai cassonetti”.
Ogni giorno, Ama non sa dove smaltire trecento tonnellate di spazzatura prodotta dai romani: il Tmb Salario è andato a fuoco a dicembre, i due di Manlio Cerroni a Malagrotta funzionano a scartamento ridotto per lavori di manutenzione, quello di Rocca Cencia è già stracolmo, gli altri sparsi per il Lazio e già autorizzati frenano perché mancano discariche e impianti adeguati per accogliere la spazzatura trattata.

E, a sentire gli addetti ai lavori, la situazione è destinata, se possibile, a peggiorare: dalla prossima settimana il termovalorizzatore di Acea a San Vittore sarà sottoposto a un programma di manutenzione e, dunque, non potrà bruciare le ecoballe prodotte dal Tmb della Rida Ambiente di Aprilia che tratta parte dell’immondizia raccolta nella capitale.

Un quadro critico, con la città costretta ad affrontare una delle peggiori emergenze rifiuti degli ultimi anni: per strada, già adesso, si sono accumulate circa mille tonnellate non raccolte, con Ama che punta a far sparire dallo sguardo di cittadini e turisti entro il fine settimana, complice anche la festa di San Pietro e Paolo. Nel frattempo, però, c’è da fare i conti con le 300 tonnellate che gli impianti non possono “sopportare” e che, giocoforza, si accumulano sotto gli occhi di tutti.

E così, per cercare una soluzione l’altro ieri la sindaca Virginia Raggi, nella veste di assessore ai rifiuti ( assente formalmente dal 8 febbraio, dalle dimissioni di Pinuccia Montanari) ha riunito un pezzo di M5S romano, tra consiglieri regionali e parlamentari, compreso il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli. L’obiettivo è individuare altri impianti di trattamento in giro per l’Italia per stringere ( con le autorizzazioni necessarie emesse dalla Regione) accordi per trasferire fuori dal Lazio ( o addirittura all’estero) la spazzatura di Roma. Soluzione già adottata in passato che torna però d’attualità per evitare che la crisi peggiori ulteriormente.

A sentire la ministra della Salute Giulia Grillo, interpellata ieri alla Camera durante il question time, “al momento il ministero non ha ricevuto segnalazioni di rischio epidemilogico tali da prefigurare un itnervento diverso dal normale monitoraggio ” . Eppure per la Regione le cose stanno diversamente tanto che l’assessore Alessio D’Amato ha allertato le Asl “in relazione ai possibili effetti sulla salute pubblica collegata al protrarsi della mancata raccolta dei rifiuti a Roma ” . Il problema riguarda soprattutto “la corretta rimozione dei rifiuti in particolar modo nelle vicinanze di ospedali, nidi e scuole materne e spazi pubblici adibiti ad attività collettiva come i mercati rionali “.

Nel frattempo, a lanciare l’allarme ci sono anche i sidnacati: per la Uil, al contrario del ministero, i rischi sanitari esistono e bisogna ” tamponare subito l’emergenza ” . Per Natale Di Cola, segretario regionale della funzione pubblica Cgil, “il sindaco deve prendere atto della situazione di emergenza e trovare una soluzione per lo smaltimento che coinvolga anche le altre istituzioni. I lavoratori sono disponibili a collaborare anche a un piano straordinario di pulizia della città. Ma negare l’emergenza è un errore”
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Tratto da: https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/06/27/news/l_allarme_rifiuti_a_roma_cercasi_tmb_fuori_regione_per_strada_ancora_mille_tonnellate-229740610/